Parrocchia San Francesco d'Assisi
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IL QUADRO DEL MESE

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FrancescoGenovese
Silvia
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IL QUADRO DEL MESE - Pagina 2 Empty Il Quadro del mese -DICEMBRE-2° parte

Messaggio  Silvia Sab Dic 20, 2008 6:27 pm

Ciao a tutti, come promesso eccovi la seconda opera del mese di dicembre in ricorrenza della Natività del Signore, l’Adorazione dei Pastori del Ghirlandaio, sperando sempre di fare un buon lavoro, piacevole ed interessante. E soprattutto di onorare al meglio questo evento importantissimo. Ciao a presto e buone feste e tutti Silvia.

IL QUADRO DEL MESE - Pagina 2 Natività_ghirlandaio

“ ADORAZIONE DEI PASTORI“

1485, Tempera su tavola, cm 167x167
Cappella Sassetti, Santa Trinita

La tavola di forma quadrata completa il ciclo con la rappresentazione sacra della Natività, o meglio, vista la presenza delle tre figure in primo piano, l'Adorazione dei pastori. Si tratta di uno dei capolavori di Domenico Ghirlandaio e della pittura fiorentina in generale, dove per la prima volta sono chiari i segni dell'influenza della pittura fiamminga su quella fiorentina. I pittori rinascimentali cercarono di comprenderne le diversità e carpirne i segreti soprattutto nella resa della luce e nel naturalismo spettacolare. In particolare il Ghirlandaio fu il primo a riproporre il soggetto il gruppo dei pastori sulla destra, fra i quali pose un suo autoritratto nel primo uomo a sinistra. Inoltre tipicamente fiamminga è l'attenzione al dettaglio, dove però ogni oggetto ha un preciso ruolo simbolico, e la fine prospettiva aerea, con il paesaggio che sfuma in lontananza verso una minuta rappresentazione di colline e città. La città più lontana a destra è un riferimento a Gerusalemme con l'edificio a cupola, davanti alla quale sorge un albero secco con un ramo spezzato, simbolo della conquista della medesima. La città di sinistra invece è un'elaborazione di Roma, nella quale si riconoscono i sepolcri di due imperatori profetici, Augusto, con il mausoleo e Adriano, che si pensava sepolto sotto la Torre delle Milizie, ma si intravede anche quella che sembra Santa Maria del Fiore, a ribadire il ruolo di Firenze come nuova Roma. La scena si svolge su un prato fiorito, sul quale spicca a sinistra la figura di Maria in primo piano inginocchiata davanti al bambino che è appoggiato sul suo largo manto ed è separato da resto della scena da una quinta rappresentata da un sarcofago romano antico, vicino a Maria sta San Giuseppe che scruta il cielo, mentre dietro al sarcofago appaiono il bue e l'asinello (che secondo la patristica rappresentano rispettivamente gli ebrei e i pagani), infine a destra i tre pastori. Sullo sfondo si vedono i pastori con le greggi ai quali l'angelo sta annunciando la nascita del Signore, mentre sulla sinistra sta pervenendo il maestoso corteo dei Re Magi, mentre sta passando sotto un arco di trionfo. A sinistra i primi due magi sono già vicini e guardano una luce che si intravede sul tetto della capanna, la cometa, che brilla sul tetto di paglia sorretto da monumentali pilastri romani, uno dei quali reca sul capitello la data MCCCCLXXXV (1485). Tutti questi elementi architettonici antichi simboleggiano, come il sarcofago, la nascita di Cristo come adempimento delle profezie dei testi sacri e la fine dell'attesa del Messia.
Domenico Ghirlandaio→ Nasce a Firenze nel 1449, è stato un pittore italiano contemporaneo di Botticelli e di Filippino Lippi. È considerato un grande maestro del Rinascimento ed è soprattutto famosa la sua abilità nel ritratto, che usò spesso immortalando i più famosi personaggi della Firenze dell'epoca. Ha studiato con Alessio Baldovinetti ed ha avuto a bottega anche Michelangelo. Ghirlandajo è stato un fortunato nomignolo, derivatogli dal mestiere del padre che fu un noto creatore di ghirlande portate sulla fronte dalle giovani damigelle fiorentine. Completamente anonima la sua giovinezza, tanto da non potersi permettere ancora all'età di trentun'anni una residenza stabile. Straordinari gli anni immediatamente successivi: dal 1480 fino alla sua morte, nel 1494 divenne il più abile pittore del suo tempo, continuamente impegnato, concentrò nel breve periodo di quattordici anni una gran quantità di lavoro eccellente. Il livello artistico del Ghirlandaio può essere valutato come superiore a tutti i suoi precursori e contemporanei con l'eccezione di alcuni nomi come Giotto, Masaccio, Filippo Lippi e Botticelli. Il suo schema compositivo è grandioso e decorativo, il suo chiaroscuro eccellente, in particolare la sua tecnica prospettica che appare molto elaborata. L'uso dei colori è più discutibile soprattutto per i dipinti a tempera che appaiono spesso troppo brillanti mentre riusciva meglio negli affreschi. Utilizzò esclusivamente queste due tecniche e mai la pittura ad olio. Morì di peste l'11 gennaio del 1494, e fu sepolto a Santa Maria Novella.

Silvia

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IL QUADRO DEL MESE - Pagina 2 Empty Il Quadro del mese -GENNAIO-

Messaggio  Silvia Mer Gen 07, 2009 9:14 pm

Ciao a tutti, eccomi di nuovo con un'altra opera per il mese di gennaio, si comincia il 2009 con un’opera che raffigura il Battesimo di Cristo, che vi piaccia, sperando di fare un buon lavoro, piacevole ed interessante. Ciao a presto Silvia


IL QUADRO DEL MESE - Pagina 2 Battesimo

“IL BATTESIMO DI CRISTO”

1450circa, Tempera su tavola, cm 167X116
Londra, National Gallery

Il dipinto scelto rappresentai il Battesimo di Cristo, la scena è immersa in una luce zenitale, nell’ora più astratta e più intellettuale, il mezzogiorno, quando i corpi perdono le loro ombre, quasi il contatto con la terra, la loro fisicità. Emerge la sconvolgente modernità della pittura di Piero Della Francesca, monumentale, solida eppure sospesa in un incanto di gesti e di equilibri. Il Cristo, la colomba bianca e la mano del Battista costituiscono un asse centrale tra l’albero e san Giovanni. A sinistra le tre figure equilibrano il gruppo di uomini ed il bagnante sulla destra. Il battesimo è il sacramento della rinascita, della purificazione, celebrata nel dipinto da una natura primaverile, tersa nel cielo e nella limpidità del corso d’acqua. Il Cristo ed il Battista sono su terreno asciutto, il gesto del Battista è elegante ed insieme rispettoso. Tipico il rendere soprannaturale un umanissimo, naturalissimo, paesaggio toscano.
Piero Della Francesca→ Piero nacque da Benedetto de' Franceschi, calzolaio e conciatore, e da Romana di Perino da Monterchi in un anno imprecisato variante dal 1406 al 1420, egli apprese i primi rudimenti della pittura da Antonio d'Anghiari, non solo attivo a Borgo San Sepolcro, ma anche abitante della cittadina, come attesta il 27 maggio 1430 il pagamento dei dipinti delle insegne del Comune e del governo papale sopra la porta delle mura. Più importante, nella formazione di Piero, è la venuta a Firenze forse già intorno al 1435: il 7 settembre 1439 è citato come allievo di Domenico Veneziano nella commissione degli affreschi, oggi perduti, per le Storie della Vergine nel coro della chiesa di Sant'Egidio. La sua opera pittorica - centrata quasi esclusivamente su temi di carattere religioso - servì come punto di riferimento per molti artisti rinascimentali, primo fra tutti l'altro grande maestro della prospettiva nel Quattrocento. Fu un uomo pienamente rinascimentale e dunque fiducioso nelle capacità umane tanto da ritenere che queste, se ben indirizzate, potessero far affacciare l'uomo al dogma. Fin dalle prime opere note si evidenziarono le caratteristiche tipiche di Piero: estrema attenzione all'organizzazione prospettica e ritmica, semplificazione geometrica dei volumi, movimento colto nell'attimo in cui esso può eternarsi, passaggi intermedi tra una tonalità di colore ed un'altra per evitare bruschi contrasti, luce non fisica ma intellettuale, che pervade tutte le sue opere, una realtà decantata dalla mente umana.

Silvia

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IL QUADRO DEL MESE - Pagina 2 Empty Re: IL QUADRO DEL MESE

Messaggio  Fabio Dom Gen 11, 2009 6:38 pm

Mc 1,7-11
Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento.

In quel tempo, Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».
Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall'acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento».
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Località : Trapani

http://www.sanfrancescotrapani.org

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IL QUADRO DEL MESE - Pagina 2 Empty il quadro del mese-MARZO (Quaresima)

Messaggio  Silvia Mar Mar 03, 2009 2:22 pm

Ciao a tutti, eccomi di nuovo con un'altra opera per il mese di marzo, scusatemi se il mese scorso è saltato ma sono stata impegnata con gli esami, spero però di aver recuperato iniziando questo periodo di quaresima con una bella immagine, sperando vi piaccia, e di fare un buon lavoro, piacevole ed interessante. Ciao a presto Silvia

IL QUADRO DEL MESE - Pagina 2 07-06_duccio-tentazioni

“LE TENTAZIONI DI CRISTO SUL MONTE”

1308-11, cm. 43 x 46,
Frik collection, New York

Nel Le tentazioni sul monte, Duccio di Boninsegna raffigura Gesù mentre caccia il diavolo tentatore. Gesù, soggetto della vicenda, era stato condotto nel deserto dallo Spirito Santo, suo destinatore, per essere messo alla prova dal diavolo, opponente per antonomasia e per etimologia (dal greco diaballo, mettersi di traverso), fra gli idealizzati dirupi delle rocce e le piccole vedute di paesi, le immagini assumono sembianze di visioni fantastiche, dove viene messa a confronto la forza e la fermezza del Cristo - messo in risalto dal luminoso cromatismo - affiancato dagli angeli tranquilli, nei confronti dell'insicuro atteggiamento del demone, raffigurato con uno scurissimo colore.
Duccio di Boninsegna→Duccio, figlio di Buoninsegna, nacque probabilmente poco oltre la metà del Duecento. Il primo documento su di lui è del novembre 1278, quando venne pagato per dodici casse dipinte destinate a contenere documenti del Comune di Siena. Successivamente lo si ritrova citato in documenti che parlano di decorazioni di registri pubblici, anche questi andati perduti. Tradizionalmente indicato come il primo maestro della scuola senese, l'arte di Duccio aveva una solida componente bizantina, e una notevole conoscenza di Cimabue, alle quali va aggiunta una rielaborazione personale in senso gotico, inteso come linearismo ed eleganza transalpini. Da Cimabue riprese l'impostazione delle figure monumentali e malinconiche, rendendole però con una linea morbida e una raffinata gamma cromatica. Non si aggiornò mai alla cultura tardo-antica, come fece Giotto, ma fece suoi i modelli orientali e nordici che aveva molto probabilmente avuto modo di vedere in opere trasportabili che facilmente circolavano in Toscana, quali codici miniati, libri di modelli, mosaici portatili, icone, avori ed oreficerie. Col tempo lo stile di Duccio raggiunse esiti di sempre maggiore naturalezza e morbidezza.

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IL QUADRO DEL MESE - Pagina 2 Empty il quadro del mese-APRILE-

Messaggio  Silvia Sab Apr 11, 2009 6:04 pm

Ciao a tutti, eccomi di nuovo con un'altra opera per il mese di aprile, scusatemi per il ritardo ma aspettavo la santa Pasqua per proporvi questa grande opera di Raffaello, sperando vi piaccia, e di fare un buon lavoro, piacevole ed interessante. Ciao a presto Silvia

IL QUADRO DEL MESE - Pagina 2 S4


“LA TRASFIGURAZIONE”

1518-1520,
Olio su tavola , 405 × 278 cm
Città del Vaticano, Pinacoteca Vaticana


La Trasfigurazione presenta una nuova tipologia di dipinto che segnerà tutto il corso del ‘500. L’atto principale viene posto nella metà superiore della tavola, dove Gesù perde la materialità e si trasforma in Divinità alla presenza di Mosè, Elia e di tre Apostoli. Nella metà inferiore vengono dipinti i restanti Apostoli e “l’indemoniato” circondato dai parenti. Il ragazzo viene posto sotto esorcismo di fronte alla Trasfigurazione, ovvero al contatto con il Divino. Il dipinto appare nell'insieme caratterizzato da un forte dinamismo, sottolineato soprattutto dai gesti dei personaggi raffigurati. Dinamismo però che non è proprio della rappresentazione del Divino, che è infatti statico ed immobile. Questa scelta di Raffaello si trova in accordo con la tradizione artistica precedente: il divino non può essere caratterizzato dal dinamismo, perché quest'ultimo è sinonimo di imperfezione (idealismo platonico). Quest'opera viene considerata uno dei maggiori capolavori di Raffaello, se non un vero e proprio testamento artistico. L'artista riesce a raffigurare con apparente semplicità un evento straordinario come il miracolo, e soprattutto risolve senza sforzo ogni problema di anatomia e d'espressione, in uno stato di perfezione tale da suscitare negli osservatori un senso di divinità dell'autore, inteso come rapporto divino con la materia.
Raffaello Sanzio→ nacque a Urbino nel 1483 apprese i primi insegnamenti di disegno e pittura nella bottega del padre. In realtà, Raffaello era solo undicenne quando il padre morì il 1° agosto 1494, e non è noto attraverso quali vie il giovanissimo pittore arrivò a far parte della bottega del Perugino. Nell'autunno del 1504 Raffaello è a Firenze, forse raccomandato al gonfaloniere Pier Soderini da Giovanna Feltria, figlia di Federico da Montefeltro e moglie di Giovanni della Rovere. Giunto a Firenze e «fatta amicizia con alcuni giovani pittori, tra cui furono Ridolfo Ghirlandaio, Aristotile da San Gallo, ed altri, fu nella città molto onorato e particolarmente da Taddeo Taddei, il quale lo volle sempre in casa sua ed alla sua tavola, come quegli che amò sempre tutti gli uomini inclinati alla virtù». La fine del 1508 vide il suo trasferimento a Roma dove, appena venticinquenne, prestò servizio per papa Giulio II, a questo periodo risalgono le decorazioni delle stanze papali nel Palazzo Vaticano. Pur ingraziandosi altri mecenati presso i quali prestò servizio Raffaello mantenne la posizione di pittore papale, proseguendo il lavoro sotto il papato di papa Leone X, successore di Giulio II che gli affidò l'incarico di custodia e registrazione dei marmi antichi. In questo periodo Raffaello conduce un attento studio dei resti antichi, per esempio esaminando le strutture e gli elementi architettonici del Pantheon, come nessuno aveva fatto fino a quel momento. In questo periodo all'amicizia con Bramante si contrappose la rivalità di entrambi con Michelangelo e Sebastiano del Piombo. Sotto il pontificato di Giulio II la fama di Raffaello crebbe a tal punto che fu nominato nel 1514 architetto della basilica di San Pietro, sebbene la morte dell'artista, avvenuta il 6 aprile 1520, non abbia permesso ai progetti originali di essere portati a compimento secondo le idee originarie.

Silvia

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