Per brevità chiamato artista - Nuovo album di De Gregori
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Per brevità chiamato artista - Nuovo album di De Gregori
Uscirà il prossimo 23 maggio il nuovo disco di Francesco De Gregori dal titolo "Per brevità chiamato artista". Il titolo fa riferimento ad una definizione legale scritta sul primo contratto discografico di De Gregori, come conferma lo stesso cantautore, che, con questo titolo, vuole mettere in evidenza la parola "ARTE" nel senso romantico del termine.
La prossima tournèe del cantautore è prevista in estate per promuovere il nuovo album.
Questa la tracklist:
Per brevità chiamato artista
Finestre rotte
Celebrazioni
Volavola
Ogni giorno di pioggia che Dio manda in terra
L'angelo di Lyon
Carne umana per colazione
L'imperfetto
L'infinito
La prossima tournèe del cantautore è prevista in estate per promuovere il nuovo album.
Questa la tracklist:
Per brevità chiamato artista
Finestre rotte
Celebrazioni
Volavola
Ogni giorno di pioggia che Dio manda in terra
L'angelo di Lyon
Carne umana per colazione
L'imperfetto
L'infinito
Re: Per brevità chiamato artista - Nuovo album di De Gregori
Grande Fabio! Sarà l'ennesimo album di degregori da ascoltare!
Re: Per brevità chiamato artista - Nuovo album di De Gregori
Peccato per l'intervista. Ho provato a scaricarla ma non la fa selezionare.
Cmq un nuovo album imperdibile come gli altri. Aspettiamo una tua recensione
Cmq un nuovo album imperdibile come gli altri. Aspettiamo una tua recensione
Recensione dell'album
Si intitola "Per brevità chiamato artista" l’ultima fatica discografica del grande Francesco De Gregori, in tutti i negozi dal 23 maggio scorso. Sono nove canzoni stupende che si vanno ad aggiungere al vastissimo repertorio del cantautore romano, icona della musica cantautoriale italiana. E’ un album fatto con grande stile, caratterizzato da testi poetici, a volte ironici, a volte politici, a volte autobiografici; per non parlare dell’altissimo livello musicale che caratterizza l’intero lavoro.
L’album apre con la title track "Per brevità chiamato artista", una sorta di "autobiografia" cantata, dove De Gregori parla di se stesso utilizzando dei riferimenti metaforici delle sue canzoni; una ballata fatta con stile e poesia.
Si prosegue con "Finestre rotte", dalla musica in rock ’n blues e dalle parole ironiche che insieme ne fanno una canzone di riflessione sulla realtà di oggi, sui luoghi comuni e sulla società in cui viviamo, fatta di vetri, finestre rotte e tetti da buttare, dove se non si interviene subito, si rischia di dover buttare tutto senza salvare niente.
La terza traccia si intitola "Celebrazione", che parla del ’68, di quello che è stato e di ciò che è diventato col tempo; una canzone politica e critica nello stesso tempo.
Un’introduzione di pianoforte introduce la quarta canzone dal titolo "Volavola", dove l’espressione del De Gregori "artista" raggiunge altissimi livelli: da ascoltare ad occhi chiusi per poter sognare un pò..
Si prosegue poi con "Ogni giorno che Dio manda in terra", una canzone dal timbro "country" piena di pensieri e riflessioni sui giorni che viviamo, fatti di scoperte, missioni, ostacoli, gioie e delusioni. Sono giorni da vivere, dai quali non si può scappare.
La sesta canzone si intitola "L’Angelo di Lyon", ed è sicuramente la più bella dell’album, nonchè l’unica canzone che parla d’amore. Il De Gregori cantautore si trasforma in cantante di un pezzo scritto dal fratello Luigi Grechi, tradotto da una canzone americana di Tom Russel:anch’essa da ascoltare con gli occhi chiusi per lasciarsi trasportare dalla storia narrata.
Si prosegue con la settima canzone dal titolo "Carne umana per colazione", che ironicamente riprende la riflessione sulla società di oggi, dove anche le cose più "macabre" ed intolleranti vengono vissute con tranquillità e normalità in un mondo che noi esseri umani stiamo rovinando inesorabilmente.
La penultima traccia si intitola "L’imperfetto", dove questa volta il principe della musica italiana si diletta a ripetere in continuazione verbi in modo imperfetto, come a voler "ripetere" azioni passate, trasmettendo significati distinti e immediati, dove il passata si mescola con il presente e viceversa.
L’album termina con una stupenda canzone intitolata "L’infinito", il cui testo è accompagnato da poetici archi. Un ottimo modo per chiudere un album artisticamente stupendo e musicalmente impeccabile, dove De Gregori è il protagonista di una sorta di "autobiografia musicata", il cui contesto è composto da tutto ciò che ruota attorno a lui e all’ascoltatore. Un De Gregori che negli ultimi dieci anni è riuscito in crescendo a comporre album di altissima qualità, a confermare la sua figura di cantautore, poeta, musicante e cantastorie. Un album da non perdere e da annoverare tra i suoi migliori di sempre.
Francesco Genovese
L’album apre con la title track "Per brevità chiamato artista", una sorta di "autobiografia" cantata, dove De Gregori parla di se stesso utilizzando dei riferimenti metaforici delle sue canzoni; una ballata fatta con stile e poesia.
Si prosegue con "Finestre rotte", dalla musica in rock ’n blues e dalle parole ironiche che insieme ne fanno una canzone di riflessione sulla realtà di oggi, sui luoghi comuni e sulla società in cui viviamo, fatta di vetri, finestre rotte e tetti da buttare, dove se non si interviene subito, si rischia di dover buttare tutto senza salvare niente.
La terza traccia si intitola "Celebrazione", che parla del ’68, di quello che è stato e di ciò che è diventato col tempo; una canzone politica e critica nello stesso tempo.
Un’introduzione di pianoforte introduce la quarta canzone dal titolo "Volavola", dove l’espressione del De Gregori "artista" raggiunge altissimi livelli: da ascoltare ad occhi chiusi per poter sognare un pò..
Si prosegue poi con "Ogni giorno che Dio manda in terra", una canzone dal timbro "country" piena di pensieri e riflessioni sui giorni che viviamo, fatti di scoperte, missioni, ostacoli, gioie e delusioni. Sono giorni da vivere, dai quali non si può scappare.
La sesta canzone si intitola "L’Angelo di Lyon", ed è sicuramente la più bella dell’album, nonchè l’unica canzone che parla d’amore. Il De Gregori cantautore si trasforma in cantante di un pezzo scritto dal fratello Luigi Grechi, tradotto da una canzone americana di Tom Russel:anch’essa da ascoltare con gli occhi chiusi per lasciarsi trasportare dalla storia narrata.
Si prosegue con la settima canzone dal titolo "Carne umana per colazione", che ironicamente riprende la riflessione sulla società di oggi, dove anche le cose più "macabre" ed intolleranti vengono vissute con tranquillità e normalità in un mondo che noi esseri umani stiamo rovinando inesorabilmente.
La penultima traccia si intitola "L’imperfetto", dove questa volta il principe della musica italiana si diletta a ripetere in continuazione verbi in modo imperfetto, come a voler "ripetere" azioni passate, trasmettendo significati distinti e immediati, dove il passata si mescola con il presente e viceversa.
L’album termina con una stupenda canzone intitolata "L’infinito", il cui testo è accompagnato da poetici archi. Un ottimo modo per chiudere un album artisticamente stupendo e musicalmente impeccabile, dove De Gregori è il protagonista di una sorta di "autobiografia musicata", il cui contesto è composto da tutto ciò che ruota attorno a lui e all’ascoltatore. Un De Gregori che negli ultimi dieci anni è riuscito in crescendo a comporre album di altissima qualità, a confermare la sua figura di cantautore, poeta, musicante e cantastorie. Un album da non perdere e da annoverare tra i suoi migliori di sempre.
Francesco Genovese
Re: Per brevità chiamato artista - Nuovo album di De Gregori
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