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Francescani: Non litteraliter o ad litteram ma spiritualiter et pure

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Messaggio  francescoleone Mer Mag 13, 2009 5:27 pm

Francescani: Non litteraliter o ad litteram ma spiritualiter et pure

"Frate Francesco e il Vangelo tra lettera e spirito" è stato il tema della prolusione inaugurale del master in "Medioevo francescano. Storia, teologia, filosofia", affidata ad André Vauchez, professore emerito di Storia medievale all'Università di Parigi X

Sanfrancescopatronoditalia - Inaugurato venerdì scorso a Roma il Master in "Medioevo francescano. Storia, teologia, filosofia", organizzato dalla Scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani della Pontificia Università Antonianum in collaborazione con la Facoltà di Lettere e Filosofia della Libera Università Maria Ss. Assunta. "Frate Francesco e il Vangelo tra lettera e spirito" è stato il tema della prolusione inaugurale di André Vauchez, professore emerito di Storia medievale all'Università di Parigi X-Nanterre, già Direttore della École Française de Rome e membro straniero della Accademia Nazionale dei Lincei. Per Francesco, ha spiegato Vauchez, "la ricerca dell'autenticità religiosa si identifica con l'osservazione fedele e completa di un testo ispirato di origine divina". "Si tratta qui di una digressione da cui trapela del fondamentalismo, se si definisce quest'ultimo come la volontà di ritorno ai testi fondamentali di una religione, di applicarli integralmente e di cercarvi una risposta ai principali problemi dell'esistenza individuale e collettiva", ha osservato.

Attenendosi ad una lettura immediata dei fatti, sostiene il professore, "l'esperienza originaria di Francesco si presenta come un miscuglio di entusiasmo religioso e di 'letteralismo' evangelico, che presenta certamente delle similitudini in rapporto a quello che oggi verrebbe definito un movimento fondamentalista". Il francescanesimo, tuttavia, come si sa, "non ha seguito questa via"; "resta da sapere perché e come abbia saputo evitare la deriva alla quale pareva destinato visti i suoi orientamenti originali".
Secondo il professor Vauchez, il movimento francescano "si pone alla confluenza di due correnti che hanno profondamente segnato l'Occidente nel corso del XII secolo per quanto riguarda il dominio religioso e culturale: da una parte il desiderio generale di risalire a delle fonti autentiche o più autentiche, e dall'altro lato una volontà di rinnovo tramite un'interpretazione letterale dei testi sacri".

Il francescanesimo non rappresenta un fondamentalismo "nella misura in cui esso valorizza meno la lettera del testo sacro che l'attitudine di colui a cui si riferisce".
Per l'uomo medievale, ha ricordato, il rapporto tra parola scritta e spirito è paragonabile a quello che gli intellettuali stabiliscono tra forma e materia: "la parola scritta serve ad incarnare lo spirito e prende tutto il suo valore dal modo in cui la contiene e l'esprime integralmente". Da ciò deriva "l'accento posto da Francesco in maniera tenace ed appassionata sull'osservanza più concreta possibile del Vangelo e della regola dei Frati Minori, che ai suoi occhi formavano un tutt'uno con lui".

Il rispetto letterale del testo, tuttavia, non era per il Santo fine a se stesso, al punto che "egli non impiega mai, in questo contesto, le parole litteraliter o ad litteram, ma l'espressione spiritualiter et pure". Si potrebbe essere tentati di affermare che Francesco era "partigiano di un'osservanza 'spiritualmente letterale' della regola, nella misura in cui essa costituiva non un assoluto, ma un mezzo relativo ad un fine, al servizio del progresso spirituale dell'individuo e della comunità alla quale apparteneva".

Ai suoi occhi, infatti, l'essenziale "non era tanto il rispetto capillare delle sue prescrizioni, quanto l'esigenza di una coerenza personale integrale, il non restare fermi alle parole, per quanto fossero sublimi, ma lasciarsi coinvolgere da queste ed impegnarsi sulla strada che esse aprivano". "La forma vitae Minorum - ha concluso Vauchez - non è nient'altro che una fedeltà spirituale alla lettera del testo evangelico, considerata come la chiave di volta del comportamento cristiano e il metro con il quale tutte le osservanze e le pratiche religiose dei Frati devono essere misurate". Fondata nel 1969, la Scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani della Pontificia Università Antonianum mira a offrire strumenti per uno studio approfondito delle fonti che favorisca una conoscenza obiettiva della storia medievale e francescana. Oltre al Master, ha istituito un Diploma di specializzazione in Studi Medievali.
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